Giorgio Vasari: 10 curiosità nel giorno del suo anniversario

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Nel giorno dell’anniversario dalla morte di Giorgio Vasari omaggiamo questa figura centrale della cultura e della storia italiana. Approfondiamo dunque il personaggio e la sua importanza, con notizie curiose e poco note sul suo conto.

Tutti lo abbiamo incontrato almeno una volta tra i libri di scuola, ma quanto conosciamo davvero Giorgio Vasari? In questo articolo vi forniamo un ritratto personale e professionale del pittore, architetto e storiografo più famoso d’Italia, attraverso 10 curiosità imperdibili.

1. Giorgio Vasari padre della storiografia

G. VASARI, Le Vite…., edizione Giuntina, Firenze. 1568. Frontespizio della terza parte contenente sia la vita di Michelangelo che l’autobiografia di Giorgio Vasari. Foto di Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La curiosità certamente più nota su Giorgio Vasari è riguarda il suo ruolo come primo storico dell’arte. Vasari ha infatti stabilito i fondamenti per la nascita e lo sviluppo della disciplina grazie alla sua opera enciclopedica. Si tratta de Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, più semplicemente nota come le Vite. Un compendio delle biografie dei più importanti artisti tripartite secondo le tre arti figlie del disegno: pittura, scultura ed architettura.

L’opera è stata pubblicata per la prima volta nel 1550 e ha rappresentato un modello imprescindibile. La letteratura storico-artistica per il resto del Cinquecento e per tutto il secolo successivo ha dovuto confrontarcisi. Il lavoro di Giorgio Vasari ha determinato in molti casi la fortuna o la sfortuna critica degli artisti menzionati. Ancora oggi rappresenta la fonte biografica principale per molti protagonisti dell’epoca per i quali si è conservata scarsa documentazione.

Vasari fu il primo autore ad aver radunato in modo sistematico una raccolta di biografie di tutti quegli autori. Da Cimabue fino ai suoi contemporanei, delineando la precisa visione della storia dell’arte. Nell’idea di Vasari, Cimabue e Giotto sono stati gli artefici della rinascita delle arti dopo la decadenza dell’arte antica. L’arte per l’intellettuale, ha comunque raggiunto il suo apice in Michelangelo Buonarroti.

Un vaso di pandora per le opere perdute e gli aneddoti

Ancora, l’opera di Giorgio Vasari è utile per trovare riferimenti a opere d’arte perdute. Quindi per meglio ricostruire il percorso artistico e stilistico di un pittore o di uno scultore. Inoltre, le Vite sono uno dei testi alla base del concetto di “manierismo”. Proprio Giorgio Vasari fu il primo a parlare di “maniera” in riferimento allo stile degli artisti del primo Cinquecento. Secondo Vasari, la “maniera moderna” fu iniziata da Leonardo da Vinci, e trovò la sua massima espressione in Raffaello Sanzio e in Michelangelo Buonarroti.

Le monumentali Vite sono tuttora un valido riferimento per studiare l’arte, nonostante i suoi limiti. L’autore spesso commette errori e dimostra uno spiccato gusto per gli aneddoti, raccontando curiosi episodi sugli artisti, sulla cui veridicità non possiamo sempre avere riscontri.

2. Giorgio Vasari collezionista di disegni

Opere grafiche di Filippino Lippi, Sandro Botticelli e Raffaellino del Garbo, recto dalla collezione di disegni di Giorgio Vasari, National Gallery of Art di Washington.

Curiosità invece meno nota è che Giorgio Vasari fu anche un precursore nel collezionismo di disegni. Egli raccolse per tutta la vita prove grafiche di numerosi artisti organizzandole, come una sorta di storia dell’arte illustrata, nel suo Libro de’ disegni. Ne collezionò quasi duemila a partire dal 1528, quando da un discendente di Lorenzo Ghiberti ottenne un suo primo gruppo di disegni. Fu dunque collezionista, molto prima di diventare storiografo. Il suo Libro de’ disegni non era una raccolta disomogenea, ma un museo “portatile” cartaceo, da consultare di continuo e da conservare come preziosa documentazione

Fu il primo collezionista a dare un valore in sé ai disegni. Li raccoglieva, li ritagliava, li ritoccava e li montava entro cornici da lui stesso dipinte. Le pagine del Libro erano circa 600 e organizzate in più volumi, ordinati per autore, cronologicamente, come le Vite. Un volume era dedicato interamente agli studi di architettura. Essi non raccoglievano solo disegni di altri artisti, ma anche dello stesso biografo. La sua collezione, una volta smembrata, passò poi nelle mani dei più grandi collezionisti del settore, tra cui Lord Arundel, Crozat, Mariette e Jabach.

3. Il ruolo di Giorgio Vasari nella nascita della prima accademia pubblica

Presunto autoritratto di Giorgio Vasari (1571-1574), Corridoio Vasariano, Uffizi, Firenze.

Fu inoltre il fondatore, insieme con Vincenzo Borghini, dell’Accademia del Disegno di Firenze, la prima accademia d’arte di istituzione pubblica della storia.

Un frate scultore, che era entrato a far parte dell’Ordine dei Servi di Maria, Giovannangelo Montorsoli suggerì di rianimare la Compagnia di San Luca. Vasari e Borghini ne intuirono il potenziale e la necessità. Proposero dunque a Cosimo de’ Medici di fondare una pratica comunitaria di formazione artistica che completasse quella tradizionale della bottega. Nacquero così una Compagnia e Accademia del disegno i cui primi statuti furono proclamati il 13 gennaio 1563.

Mentre la Compagnia era la formazione più ampia cui potevano aderire tutti gli artisti, l’Accademia era costituita solo dalle più eminenti personalità. Si trattava dunque di un organismo ristretto che governava la Compagnia. Tra gli altri compiti, aveva finalità di tutela e supervisione sull’intera produzione artistica del principato mediceo.

Il ruolo e il prestigio di questa istituzione, non certo confinati negli angusti limiti politico-economici del principato toscano, raggiunsero ben presto traguardi inaspettati. Il primo accademico ad essere eletto col titolo di padre e maestro delle arti fu Michelangelo Buonarroti.

Da lì a breve moltissimi artisti chiesero di far parte del sodalizio che comprese Francesco da Sangallo, Agnolo Bronzino, Benvenuto Cellini, Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati, il Giambologna, Jacopo Ligozzi, Tiziano, Tintoretto, Palladio e molti altri. Si trattava di un sodalizio prevalentemente maschile, seppur senza preclusioni ufficiali per l’ammissione delle donne: la prima ad esservi ammessa fu Artemisia Gentileschi.

4. La perdita del padre

Giorgio Vasari nacque ad Arezzo il 30 luglio 1511 in una famiglia di modesti mercanti. Durante la sua infanzia frequentò le botteghe di diversi artisti della città, dai quali apprese nozioni di pittura e architettura e acquisì una formazione umanistica. Da adolescente si recò a Firenze per proseguire gli studi. Qui entrò in contatto con il cardinale Silvio Passerini, grande mecenate che lo raccomandò alla potente famiglia dei Medici.

Tuttavia, la sua promettente carriera fu bruscamente interrotta dalla morte del padre nel 1527. A soli 16 anni dovette assumere il ruolo di capofamiglia. Sulle sue spalle ricadde la responsabilità di prendersi cura della madre e dei quattro fratelli minori. Fu un periodo difficile per Vasari, per far fronte alle spese familiari dovette dedicarsi interamente alla pittura. In particolare, lavorava senza sosta alla produzione di pale d’altare per le chiese di Arezzo e dintorni. In quel periodo buio, la sua vita professionale ebbe conobbe risvolti positivi, grazie all’incontro con Rosso Fiorentino, pittore che influenzò molto il suo stile.

5. Il grande amore fuori dal matrimonio

La prima redazione delle Vite era già pronta nel 1547. Proprio nello stesso anno, tuttavia, Giorgio Vasari intrecciò una relazione sentimentale con Maddalena Bacci, con la quale arrivò ad avere due figli illegittimi. Per evitare che la cosa si sapesse e suscitasse scandalo, l’amore non si concluse mai con un matrimonio. Al contrario, Maddalena sposò un capitano delle milizie ducali, mentre Vasari convolò a nozze con la sorella di lei, Niccolosa, all’epoca appena undicenne. Vasari decise di affidare la stampa delle Vite ai torchi dei Torrentino, dedicando l’intera opera a Cosimo I de’ Medici, sperando in questo modo di entrare nelle sue grazie e di far dimenticare lo scandalo.

6. Il rapporto con Michelangelo

Giorgio Vasari, Ritratto di Michelangelo, Museo Casa Vasari Arezzo. Foto di Alessandro Benci © SABAP per le province di Siena Grosseto e Arezzo.

Giorgio Vasari e il grande artista Michelangelo ebbero contatti diretti. Nella sua autobiografia Vasari fa risalire il primo incontro con il Buonarroti agli anni del suo primo soggiorno fiorentino (1524-1527). Il rapporto diviene più stretto nel periodo in cui Giorgio lavora a Roma per il Cardinale Alessandro Farnese, nipote del Pontefice Paolo III (1542-1543). Nella seconda edizione delle Vite (1568) Il Vasari pubblica molte delle lettere che il Buonarroti gli ha inviato. Proprio a testimonianza del rapporto amicale che li legava.

L’anniversario della morte di Vasari ci permette dunque anche di riflettere sull’importanza dei rapporti umani e diretti intrattenuti con i principali protagonisti del suo tempo. Vasari è infatti cronista, ma anche protagonista, immerso nella cronaca che racconta. Artista, collega e amico dei protagonisti di cui ci racconta vita e carriera.

7. Una dimora riccamente affrescata

Decorazione della Sala del Camino, particolare dell’affresco Cacciata dell’Invidia e della Fortuna da parte della Virtù. Foto di Casa Museo Giorgio Vasari.

In occasione dell’anniversario della morte di Giorgio Vasari vi consigliamo di visitare la sua casa di Arezzo. In via XX Settembre si trova la sua residenza di famiglia. Uno splendido palazzo antico che conserva incredibili sale affrescate.

L’artista acquistò il terreno con la casa in costruzione nel 1541 e iniziò la sua decorazione l’anno successivo. Nel 1550 sposò Niccolosa Bacci e vi si trasferì con la moglie. Impegnatissimo tra Firenze, Roma e i suoi viaggi, l‘artista vi visse per brevi periodi. Intervenne però direttamente sia nei lavori di completamento, che di decorazione, compreso il disperso nucleo di arredi. Aveva progettato anche una facciata, che non venne mai realizzata. Con varie interruzioni e grazie all’aiuto di suoi allievi, il progetto decorativo degli affreschi fu terminato nel 1568.

Da casa d’artista a museo

Dimora di gusto manierista, fu proprietà degli eredi del Vasari fino alla loro estinzione nel 1687. Passò poi alla Fraternita dei Laici. In seguito, fu venduta a famiglie private. Prima ai Brozzi e poi nel 1871 ai Paglicci che la mantennero fino al 1911. Venne infine acquistata dallo Stato italiano, per farne un museo aperto al pubblico

Si raggiunge il piano nobile tramite una scalinata sormontata da un busto che ritrae Vasari di ignoto toscano cinque-seicentesco. La prima sala che si incontra è quella del Camino. Fu affrescata da Vasari nel 1548 con la Cacciata dell’Invidia e della Fortuna da parte della Virtù nel soffitto. Alle pareti figure allegoriche, paesaggi e storie dei pittori dell’antichità. A destra si trova la cappellina, con una Madonna di Fra Paolino e un raro pavimento in maiolica originale del XVI secolo.

La Camera di Apollo

Il corridoio di Cerere o dei Draghi, mostra alcuni dipinti del tardo manierismo. Degni di nota la Circoncisione attribuita a Mirabello Cavalori e la Morte di Adone di Jacopo Zucchi. A sinistra, la Camera Nuziale col soffitto decorato da un affresco del Vasari: Abramo tra le figure allegoriche della Pace, la Concordia, la Virtù e la Modestia.

Tra i dipinti l’Elemosina di san Nicola di Giovanni Stradano, il Cristo portato al sepolcro del giovane Vasari e, dello stesso, un Giuda. Dal corridoio si accede anche all’ex-cucina, affrescata da Raimondo Zaballi nel 1827 e decorata da ritratti soprattutto toscani del XVI secolo.

La Camera di Apollo fu affrescata dal padrone di casa con Apollo e le nove Muse e l’Allegoria dell’Amore coniugale. Qui si trova il ritratto della moglie, Nicolosa Bacci. Tra i dipinti qui esposti il San Francesco di Alessandro Allori, il contenitore per specchio con la Prudenza, la Casa del Sole del Poppi, il San Girolamo e la Fortuna di Jacopo Ligozzi.

La Camera della Fama

Nella Camera della Fama Vasari dipinse sul soffitto la Fama e le quattro Arti, il suo autoritratto e i ritratti degli artisti aretini o del territorio di Arezzo. Lazzaro Vasari, Luca Signorelli, Spinello Aretino, Bartolomeo della Gatta, Michelangelo e Andrea del Sarto.

Degni di interesse sono anche la Crocifissione di Giovanni Stradano (1581), la terracotta policroma invetriata con Galba di Andrea Sansovino e la tavola della Carità di Carlo Portelli. Un piccolo ambiente attiguo contiene il modellino ligneo della Loggia del Vasari, realizzata proprio ad Arezzo, la Madonna col Bambino, sant’Elisabetta e san Giovannino di Santi di Tito e tre scomparti di predella di Maso da San Friano.

L’orto

Il giardino sopraelevato rispetto al livello stradale venne principalmente usato come orto. Lo ricorda lo stesso Vasari in una nota legata all’acquisto del terreno (“da fare orti bellissimi”). La costruzione di una limonaia dimostra la presenza di un giardino all’italiana fin dall’antico, oggi ripreso con la costruzione di aiuole geometriche risalenti alla sistemazione dei primi del Novecento. Recentemente sono state aggiunte alcune essenze medicinali creando un “orto dei semplici“.

📍Casa Giorgio Vasari
Via XX settembre 55, 55100 Arezzo
Orari: lun – mer – gio – ven – sab / 8.30 – 19.30
(ultimo ingresso ore 18.30)
domenica e festivi / 8.30 – 13.30
(ultimo ingresso alle ore 12.30)
Biglietto: intero 7 euro
Sito

8. Giorgio Vasari architetto degli Uffizi e del corridoio che porta il suo nome

Le Gallerie degli Uffizi nello scatto di Matt Twyman da Unsplash

Nel giorno dell’anniversario di Giorgio Vasari vogliamo ricordare la sua attività anche come architetto, forse meno nota rispetto a quella da pittore e storiografo. Non tutti sanno infatti che fu proprio Vasari a realizzare gli Uffizi così come li conosciamo oggi. Il grande edificio che è una delle architetture italiane più importanti del ‘500 gli fu affidata dal Duca di Firenze Cosimo I de’ Medici. La struttura doveva riunire in un’unica sede le magistrature della città, ovvero gli uffici – “uffizi” si diceva – sede delle funzioni amministrative.

L’inserimento urbanistico venne a sostituire un pezzo della vecchia città medioevale fatta di torri e case minori. Una costruzione imponente, del tutto diversa, caratterizzata da linee moderne. Al posto di spazi bui, ristretti e malsani, Vasari aveva creato un piazzale ampio e luminoso. Lo stile adottato è quello classico – il dorico – che allude all’equità del governo del Principe. In questa architettura si individuano molte innovazioni.  

Le novità architettoniche introdotte da Giorgio Vasari

L’insieme è costituito da una serie di moduli ognuno dei quali è individuato in facciata da tre piani. Portico, piano nobile e loggia in alto, ed è diviso verticalmente in tre parti che corrispondono ai tre vuoti degli intercolumni, sia del portico che del loggiato.

La novità e l’attualità dell’architetto stanno nell’aver concepito una assoluta libertà nel comporre le stanze del piano nobile, senza relazione fra interni e facciate; vi si trovano ambienti con dimensioni diverse, che prescindono dalla cadenza delle finestre, ordinate invece secondo il ritmo dei prospetti. Ciò è reso possibile dalla presenza, nei porticati, di volte, a botte continua, che permettono di collocare al di sopra i muri divisori delle stanze come e dove occorre.

Un’altra particolarità strutturale, e quindi non visibile, sono le armature con barre di ferro che Vasari introdusse all’interno delle murature. Quando nel 1574 muoiono Cosimo I e Vasari il cantiere è a buon punto. Sarà concluso da Francesco I col suo architetto Bernardo Buontalenti poco più tardi. Erano passati solo venti anni dal suo inizio.

Il Corridoio Vasariano

Il Corridoio Vasariano  è un percorso sopraelevato che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando per gli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio. Fu realizzato in soli nove mesi per volere dell’allora duca Cosimo I de’ Medici nel 1565 su progetto di Vasari, che già aveva iniziato il cantiere del palazzo degli Uffizi. L’opera fu commissionata in concomitanza del matrimonio tra il figlio del granduca, Francesco, e l’arciduchessa d’Austria Giovanna d’Austria.

L’idea del percorso sopraelevato era nata per dare opportunità ai granduchi di muoversi liberamente e senza pericoli dalla loro residenza al palazzo del governo. Ciò visto l’appoggio ancora incerto della popolazione verso il nuovo duca e il nuovo sistema di governo che aveva abolito l’antica Repubblica fiorentina.

Niente cattivi odori per i signori di Firenze

Il passaggio rappresentava anche un sistema più rapido della carrozza, che all’epoca doveva necessariamente passare dal ponte Santa Trinita. La zona del Mercato Vecchio che si estendeva in Por Santa Maria e sul ponte Vecchio stesso era infatti impraticabile. Il corridoio fu costruito con estrema celerità.

Il cantiere fu aperto il 12 marzo 1565 e i lavori si conclusero il 17 dicembre dello stesso anno. Una notizia curiosa che pochi sicuramente sanno, è che il mercato delle carni e del pesce che si svolgeva su Ponte Vecchio fu trasferito per evitare cattivi odori al passaggio del granduca. Al suo posto furono spostate le botteghe degli orafi che ancora oggi occupano il ponte.

📍Gallerie degli Uffizi
Piazzale degli Uffizi, 6, 50122 Firenze
Orari: Martedì dalle ore 8.15 alle 22.00
Dal mercoledì alla domenica, dalle ore 8.15 alle 18.30
Chiuso il lunedì
Biglietto: intero da 25 euro
Sito
📍Corridoio Vasariano
Lungarno degli Archibusieri, 50122 Firenze

9. Giorgio Vasari: un pittore schiacciato dai giganti del suo tempo

Frontespizio della biografia di Leonardo Da Vinci, da un’edizione settecentesca de le Vite di Giorgio Vasari. Foto di Royal Academy of Art.

Giorgio Vasari fu un artista poliedrico e assai prolifico, e godette di discreta fama in vita. Tuttavia, seppure avesse capacità inventiva e grande erudizione, non fu molto considerato dai critici successivi. A confronto con i geni delle arti suoi contemporanei, quali Leonardo, Michelangelo e Raffaello, i critici trovarono la sua pittura non particolarmente originale o di qualità. L’anniversario della sua morte è l’occasione per riscoprirlo.

Se fosse nato poco prima o poco dopo i grandi maestri del Rinascimento avrebbe goduto di maggiore fama come artista? Chissà. Con i se e con i ma non si fa di certo la storia! Inoltre, non avrebbe potuto regalarci le testimonianze preziose che ci ha lasciato nelle sue Vite.

Il suo tratto denota una grande rapidità d’esecuzione, che gli venne rimproverata anche da Michelangelo negli affreschi della Sala dei Cento Giorni alla Cancelleria e una certa tendenza alla ripetizione di figure, gesti, posizioni, carattere scenografico nelle architetture, complicazione di significati. Il suo stile dimostra un maggiore orientamento alla narrazione più che all’espressione, senza particolare pathos o inventiva.

10. Nuove attribuzioni per Giorgio Vasari

Il conduttore televisivo Livio Leonardi e la dott.ssa Nocentini hanno presentato le due tele di recente scoperta nella trasmissione “Paesi che vai” in onda su Rai2. Foto di Arezzo24

In occasione dell’anniversario di Giorgio Vasari saranno esposte per la prima volta le due tele di grandi dimensioni a lui attribuite, di recentissima scoperta. Si tratta molto probabilmente di due stendardi processionali, raffiguranti tele di grandi dimensioni, che raffigurano la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù.

Il ritrovamento ha avuto origine dal rinvenimento di una delle due tele, dimenticata nei depositi del campanile di una chiesa di Arezzo dalla quale. Grazie al sapiente lavoro di ricerca della dottoressa Nocentini, è stato possibile restituire la paternità al celebre artista aretino.

La scoperta è talmente recente che l’attribuzione sarà confermata dopo i restauri e gli studi necessari, ma ci sono fortissimi indicatori che indicano la possibilità concreta di aggiungere le due opere inedite al catalogo di Giorgio Vasari.


Se siete appassionati di curiosità, gossip e aneddoti sugli artisti, come quelli che Vasari ci ha tramandato grazie alle sue Vite, vi consigliamo anche la lettura di questo interessante articolo che esplora il rapporto tra Michelangelo e Leonardo.

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In copertina: Decorazione pittorica della Cupola del Duomo di Firenze, Federico Zuccari e Giorgio Vasari.
Foto di Vladislav Glukhotko da Unsplash

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Asia Graziano

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