Mezza Pagnotta: il ristorante di cucina etnobotanica
Oggi si parla molto di vegetarianismo e di veganismo e si tende a pensare che questi nuovi modi di mangiare comprendano solo una piccolissima porzione del mondo del food che noi tutti conosciamo, ma in realtà celano un mondo intero tutto da scoprire.
E proprio nel ristorante Mezza Pagnotta potete provare la cucina etnobotanica!
Spesso, spinti dai pregiudizi, non siamo molto inclini a fare nuove esperienze legate al cibo e tendiamo a rimanere nella nostra zona di comfort. Però è possibile cambiare il proprio punto di vista aprendosi a nuove esperienze. Quella che vogliamo consigliarvi oggi è proprio quella di Mezza Pagnotta, un ristorante di cucina etnobotanica che spazzerà via tutte le vostre esitazioni!
Siete pronti a farvi sorprendere da un nuovissimo tipo di cucina genuina e “fatta in casa”? Se la risposta è sì, allora siete nel posto giusto! Ecco la nuova esperienza consigliata da noi di Kappuccio: prenotare un tavolo al Mezza Pagnotta, il ristorante di cucina etnobotanica a Ruvo di Puglia!
Il ristorante
Nel comune di Ruvo di Puglia (BA), compreso nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, c’è un ristorante molto particolare che si occupa di cucina etnobotanica. Cosa significa? Che è caratterizzata da sole erbe, verdure e bulbi che i loro agricoltori riescono a raccogliere nell’orto del ristorante.
Stiamo parlando di Mezza Pagnotta, un ristorante unico nel suo genere. Anche i palati più tradizionalisti non potranno che sentirsi sfidati dal menu degustazione che prevede, appunto, solo il raccolto della giornata sapientemente cucinato dallo chef Vincenzo Montaruli.

L’intero ristorante è l’emblema della semplicità e del “fatto in casa”: i piatti potrebbero sembrare semplici all’apparenza, ma dietro la loro ideazione c’è uno studio meticoloso e approfondito. Gli ingredienti utilizzati sono tipici del territorio, ma tutti presentati in chiave moderna ed elaborata, con accostamenti sorprendenti.
Già all’ingresso si respira un’aria d’altri tempi: ogni cosa è in pietra o in legno riciclato, dai tavoli alle sedie, e tutto è curato nei minimi particolari.
Ma passiamo ora al menu degustazione: la preparatissima Simona ve lo illustrerà dettagliatamente accertandosi che non ci siano allergie o intolleranze e, soprattutto, che vada bene per tutti i commensali. Vediamolo insieme!
Lampascione fritto con vincotto di fichi e cenere di mandorla

Per chi non lo conoscesse, il lampascione è un bulbo tipico delle regioni mediterranee che ha un sapore deciso e amaro.
Dopo la cottura il bulbo si apre completamente fino a diventare un piccolo fiore, forma tipica che è possibile notare qui in foto: le foglie particolarmente croccanti e più dolci lasciano posto al bulbo, più interno e decisamente più amarognolo.
L’accostamento con vincotto e cenere di mandorla rende il piatto estremamente particolare e degno di attenzione.
Olive fritte e pane fatto in casa

Secondo entreè, a seguito dei lampascioni, comprende queste olive del loro orto fritte e servite con pane fatto in casa.
Anche i non amanti delle olive hanno finito per ricredersi grazie alla bontà di questo piatto.
Asparagi selvatici, cece rosso, crema di cece rosso e semi di sesamo, con polvere di sommaco siciliano

Questo è stato uno dei piatti più sorprendenti e più apprezzati: l’amaro degli asparagi normali viene completamente dimenticato di fronte a questi selvatici dal gusto strepitoso. L’accostamento al cece rosso, particolarmente “croccante”, e alla crema, risulta perfetto.
Il piatto, contrariamente a quanto si possa immaginare, viene servito freddo; ma lascia comunque inalterate le note distintive di ogni singolo ingrediente. Infine, il sommacco o sumac, è una spezia dal sapore acidulo che rende l’accostamento ancora più definito.
Involtino di verza ripieno di battuto di rucola selvatica e mandorle pelate, crema di cavolo nero e di mandorla tostata con olio di semi di sesamo al profumo di aglio bruciato

In questo piatto la grande quantità di mandorle tende a coprire quasi completamente il sapore della rucola selvatica al suo interno. Degne di note, invece, le due creme: sono perfettamente equilibrate.
Carciofo fritto con salsa di pecorino e menta selvatica con profumo di semi di sesamo

In questo piatto si rischia di lasciarci il cuore, o meglio il palato: sapore impossibile da replicare perché assolutamente definito e di una bontà unica.
Il carciofo risulta fritto perfettamente e la crema di pecorino si amalgama con le foglie croccanti, per poi lasciar spazio a un cuore saporito ed estremamente tenero.
Rapastrelli con vellutata di rapastrelli e patate

Il rapastrello è un tipo di rapa selvatica dal sapore pungente, deciso e leggermente piccante diffusa molto anche nelle regioni centrali dell’Italia.
In questo caso i rapastrelli costituiscono il cuore del piatto: i gambi vengono saltati in padella con aglio rosso, mentre dalle foglie viene ricavata la vellutata presente sul fondo. A completarlo sono le patate: tagliate a cubetti e poi lessate per bilanciare il sapore dell’ingrediente principale.
Cardo selvatico gratinato con caciocavallo e tuorlo di zucca e sale indiano sulfureo

Questo piatto è destinato a lasciare il segno per due motivi: per l’estetica, assolutamente sorprendente, e per le sue componenti.
Si tratta di uno sformato di cardi con caciocavallo, ma la sua particolarità è il modo in cui viene presentato: sulla sommità è presente quello che apparentemente può sembrare un uovo a tutti gli effetti, ma si tratta solo di un’illusione ben studiata.
In realtà il “tuorlo” non è altro che zucca, cucinata con pomodorini gialli e rossi a cui è stata data una perfetta forma di tuorlo d’uovo. Ad amplificare ancora di più la spettacolarità dell’effetto contribuisce l’utilizzo del sale indiano, in polvere sul fondo del piatto. Il suo odore profondamente sulfureo ricorda molto l’odore dell’uovo.
Cardoncelli e ferule conditi con olio e timo

L’ultima portata, ottima nella sua semplicità, è costituita dall’abbinamento di due tipi di funghi selvatici cotti arrosto e conditi con due ingredienti base: olio e timo.
Mezza Pagnotta – Cucina Etnobotanica
Indirizzo: via Rosario 9/11/13, 70037 Ruvo di Puglia, BA
Telefono: 347 999 6475
Orari: lunedì 20.30 – 23.00
martedì chiuso
mercoledì, giovedì, venerdì 20.30 – 23.00
sabato 13.00 – 14.30; 20.30 – 23.00
domenica 13.00 – 14.30
Sito
La nostra avventura nella cucina etnobotanica di Mezza Pagnotta è giunta al termine. In definitiva, secondo noi di Kappuccio questa è un’esperienza da provare almeno una volta nella vita, non solo per sperimentare gusti nuovi, ma anche per quello che c’è dietro. Dalla varietà dei piatti alla creatività e al lavoro dietro ciascuno di essi.
Spesso non ci rendiamo conto di quante possibilità ci sono intorno a noi e lo scopo del provare cose nuove è proprio quello di aprire la mente e cambiare il nostro punto di vista. Per questo motivo vi consigliamo vivamente di fare un salto a Ruvo di Puglia quanto prima per poter provare questo magnifico ristorante che vi sorprenderà!
Se cercate consigli su altri ristoranti vegetariani in cui siamo stati potete leggere questo articolo sul miglior ristorante vegetariano a Milano, mentre qui potete leggere un’interessantissima intervista allo chef vegano Mario Parmeggiani, di grande ispirazione!
Vi ricordiamo di seguire @Kappuccio su Instagram, su Facebook e di iscrivervi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati sulle cosa più belle da fare fuori e dentro l’Italia!
Foto di copertina di @valeriamodio per @kappuccio