Sulle tracce di Federico II in Sicilia
Le tracce di Federico II in Sicilia sono chiare e nitide, occorre solo andarle a cercare. Federico II di Svevia discendeva dalla nobile famiglia degli Altavilla che conquistarono la Sicilia e qui ve ne fondarono il Regno. Egli ne fu Re dal 1198 al 1250, per diventare successivamente anche imperatore del Sacro Romano Impero dal 1215 al 1220. L’appellativo con il quale era conosciuto, stupor mundi, (meraviglia del mondo) incarnava alla perfezione nel senso, tutte le qualità che contraddistinguevano la sua poliedrica personalità.
La sua luce brillò a tal punto sui popoli da lui governati e la pace trovò un ristoro così fertile nel suo Regno, da costringere ad affermare che la sua morte, avvenuta nel 1250, avesse privato la Terra addirittura della luce del sole. E tutt’oggi la sua anima immortale si riflette ancora nelle tracce che di lei ha saputo disseminare sul terreno. La calda accogliente profumata isola di Sicilia, le sue città fortificate dall’ingegno di un condottiero unico perché illuminato da una forza superiore. Consacrata dalla cultura e dal riformismo.
E con piacere e onore ci riserviamo il diritto di aiutarvi in questo compito di ricerca. Perché a Kappuccio non desideriamo altro che sentirci parte di un grande progetto. E diffondere anche noi, alla nostra maniera, un po’ della cultura su cui si basano le radici della storia italiana.
Il Regno di Sicilia tra cultura ed organizzazione politica
L’impegno maggiore di Federico venne indirizzato verso un’attività legislativa di tipo moralizzatore ed una profonda innovazione in campo artistico-culturale. Nonostante l’ostracismo della chiesa che gli valse ben due scomuniche, il suo desiderio principale era quello di unificare sia terre che popoli. Un nobile proposito derivato in primis dalla sua alta formazione culturale. Era infatti un letterato di ottima qualità. Parlava sei lingue. Vedeva nelle figure di studiosi ed artisti, categorie da proteggere ed incentivare per la centralità del loro ruolo.
La corte siciliana di Federico divenne pertanto luogo di incontro, fusione, osmosi tra culture diverse, in particolare quelle greco-latine, la germanica, l’araba e l’ebraica. Se dal punto di vista politico, stabilì sull’isola e nell’intera area del meridione un regno moderno con un governo centralizzato ed efficiente. Dal punto di vista letterale ed architettonico è necessario, ancorché interessante, approfondire in maniera più specifica le tracce di Federico II in Sicilia.
La Scuola siciliana, tra le tracce più particolari di Federico II in Sicilia
Chiamata anche Scuola poetica siciliana, la Scuola Siciliana promossa nella corte del Regno ha rappresentato una delle più significative tracce di Federico II in Sicilia. Forse non forgiato sulla pietra, ma altrettanto vitale per la diffusione della cultura, questo movimento letterario, tra il 1220 e il 1266, costituì la prima produzione lirica in un volgare italico di cui si abbia testimonianza.
Era ispirata dalle poesie dei trovatori provenzali e basata sul concetto di amor cortese. (Concezione filosofica, letteraria e sentimentale che identificava coloro che amano come gli unici detentori di un cuore nobile). Non possedeva le caratteristiche tipiche di una scuola. Piuttosto di un gruppo di funzionari laici che si cimentavano con la poesia. Prestando particolare attenzione alla metrica e usando una lingua e un’ideologia comune.
Per quanto riguarda la prima comunanza si trattava del siciliano aulico. Per quanto riguarda la diffusione di pensieri nuovi, questi erano il riflesso di un desiderio di cambiamento proveniente dall’alto. Direttamente dallo stesso Federico. Un antesignano dell’era moderna, di una formazione di tipo laico. Promulgatore di una nuova costituzione. E padre di una lingua ufficiale per proclami e volgo, il siciliano appunto.
Non va dimenticato infatti che a Napoli, l’Università che prende il nome di Federico II è la principale accademia in città. Una delle università statali più antiche del mondo. Fondata nel 1224, allo scopo di formare i giuristi incaricati di aiutare il sovrano nella definizione dell’ordinamento statale e nell’esecuzione delle leggi. E per agevolare i sudditi senza che fosse più necessario trasferirsi all’estero per studiare.
L’importanza di Federico II in Sicilia e non solo: stile architettonico e fortificazioni
Come abbiamo ampiamente potuto constatare, la sete culturale di Federico II lo spinse ad approfondire gli studi in numerosi campi. Dalla filosofia all’astrologia, dalla matematica alla falconeria.
Alla sua corte, gli intellettuali erano di casa ed il suo contributo alla nascita della letteratura italiana fu fondamentale. Ma più di tutto fece la saggezza di saper fondere il meglio che proveniva da varie parti del globo. E la generosità del mecenate che ospitava e incamerava gusti e saggezze altrui (dal mondo arabo, all’arte gotica proveniente dalla Germania, per esempio). Così come il recupero della classicità e la spinta naturalistica.
Tutti elementi che si ritrovarono poi anche nell’architettura, dove le tracce di Federico II in Sicilia divennero storia. L’architettura federiciana del XIII secolo rimane infatti il simbolo più virtuoso di una volontà di pianificare il sistema difensivo. E soprattutto di rappresentare il potere imperiale in Sicilia, come nel resto dell’Italia meridionale. L’impianto geometrico regolare era invece quel carattere comune a più edifici costruiti in un lasso temporale ristretto che ne favorì tale conformazione. Mentre l’influenza islamica nei volumi e nel generale linguaggio architettonico dell’isola non può passare inosservata. I castelli federiciani hanno saputo realizzare in maniera compiuta il perfetto equilibrio tra Occidente (con l’influenza dell’ordine Cistercense) e mondo arabo. Tra elementi gotici e spunti classici.
Sulle tracce di Federico II in Sicilia: a Enna ci sono una Torre e un Castello
La Torre ottagonale di Federico II
Di origine incerta, possiede tante caratteristiche che la accomunano alle opere portate a termine sotto lo sguardo soddisfatto di Federico di Svevia. Tra le quali, in primis, l’impianto geometrico. Per questo è probabile che sia stata progettata da Riccardo da Lentini.
Alta 27 metri, ha pianta ottagonale che deriva dalla rotazione per 45° di un quadrato e rappresenta la rosa dei venti. Ubicata in cima a una collina, a 950 mt di altezza, domina sul paesaggio circostante. Venne usata dall’imperatore come residenza estiva durante i suoi soggiorni siciliani. Da qui è visibile anche il Castello di Lombardia.
Il Castello di Lombardia
Questa fortezza dall’aspetto massiccio si erge nel punto più alto della città di Enna. Su un impianto precedentemente adibito al medesimo scopo. Sempre a opera di Riccardo da Lentini vi fu una ristrutturazione notevole che ne rafforzò i muraglioni con 20 torri. A quel periodo storico va fatto risalire il culmine della sua importanza strategica e a queste innovazioni deve la fama mondiale acquisita di roccaforte inespugnabile.
Riccardo da Lentini
Occorre citare, perché la sua assidua presenza lo impone, la figura di questo architetto. Che con la regia di Federico II seppe entrare nella storia del Regno di Sicilia da assoluto protagonista. Attraverso una documentazione datata 1239, gli venne conferito il ruolo di supervisore dei castelli realizzati allora nell’isola. E nonostante le controversie sul numero effettivo di opere a cui mise mano, rimane il contributo indispensabile che seppe fornire alle intenzioni del suo sovrano. E che sono giunte fino a noi come testimonianza delle sue innumerevoli capacità.
Castello Ursino a Catania
Costruito non prima del 1239. Fu sempre frutto del binomio tra il sovrano e il suo architetto per eccellenza. Divenne luogo protagonista prima durante i Vespri siciliani, quando vi si riunì il Parlamento nel 1295. Successivamente in quanto sede Reale e infine come teatro di un rapimento, quello della Regina nel 1379 per impedirne il matrimonio.
Una volta perduta l’importanza originaria venne adibito a prigione e fortilizio militare, mentre oggi è la casa del Museo Civico di Catania.
Il Castello Maniace a Siracusa
Sulla punta del porto di Siracusa sorge il Castello Maniace un altro esempio, in parte, dell’architettura militare di Federico II. Anche se le origini hanno dato adito a numerose illazioni. Come si evince dal suo nome, per esempio, in onore del comandante bizantino Giorgio Maniace; che pare avesse promosso la restaurazione o la costruzione ex novo di opere a difesa del porto di Ortigia.
Questo fatto e altre tracce fanno pensare che esistessero qui, già da tempo delle fortificazioni, al fine di proteggere un luogo assai strategico. La somiglianza con alcuni castelli dell’epoca fa presagire in ogni caso che la firma fosse la medesima degli altri federiciani. Quella di Riccardo da Lentini e del suo sovrano illuminato.
Nello stile alterna l’essenzialità della struttura militare al virtuosismo tipico delle residenze imperiali. La struttura è a pianta quadrata con torri circolari. Ma molte imperfezioni, se così si può dire, fanno dubitare sull’effettiva utilità a scopo difensivo. Tra le quali la presenza vicino a esso di altri e più adatti siti con invece le giuste caratteristiche. Al di là di tutto il Castello Maniace ha avuto però un ruolo centrale nella storia della città, e questo è un fatto acclarato. Fu qui che Federico firmò il rescritto per la fondazione dell’Università di Napoli. Le sue stanze ospitarono a più riprese reali così come convocazioni parlamentari.
Complesso monumentale Castello di Milazzo
Conosciuto anche come Cittadella fortificata di Milazzo si trova in provincia di Messina ed è nel genere la più estesa fortificazione che esiste in Sicilia (circa 7 ettari). Il suo Mastio sorge alla sommità dello sperone roccioso, proprio a strapiombo sul mare. L’inizio della sua costruzione avvenne con ogni probabilità sotto gli Arabi ed ha infatti come nucleo più antico la torre saracena. Dei Normanni fu il compito di ampliarne la struttura che assunse la forma attuale, con otto torri, proprio sotto l’imperatore svevo. La fisionomia di città murata fu invece raggiunta successivamente, con la costruzione della cinta spagnola del ‘500.
Siamo alla fine di questo viaggio sulle tracce di Federico II in Sicilia, ci sono altre storie da scoprire e noi non vediamo l’ora di raccontarvele!
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