Perché Firenze é la culla del Rinascimento?

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Tutti sappiamo che Firenze è la culla del Rinascimento e la capitale assoluta dell’arte. La città fiorentina è stata il centro dell’arte e della cultura in un momento storico irripetibile, che ha segnato profondamente le arti figurative, la musica e le scienze in Europa e nel mondo.

A conferma del ruolo di primo piano svolto da Firenze, vi è il fatto che ogni anno orde di turisti da tutto il mondo visitano musei e chiese della città per immergersi nelle atmosfere che hanno fatto della capitale Toscana il centro artistico del mondo. Ma cosa rende Firenze la capitale dell’arte per antonomasia? Basandoci sulle statistiche prodotte dall’UNESCO, il 60% delle opere d’arte più importanti del mondo si trova in Italia e circa metà di queste sono a
Firenze.

I numeri parlano dunque chiaro! La presenza a Firenze di così tante opere d’arte di rilevanza è certamente un dato importante, ma non si tratta solo di quantità e qualità. Il Rinascimento nato a Firenze ha avuto dunque un peso imprescindibile nella sua tradizione di città d’arte.

Come mai a Firenze si realizzarono e collezionarono tante opere grandiose? Perché proprio a Firenze si sviluppò il Rinascimento europeo?
Nell’articolo ripercorriamo insieme i motivi che hanno decretato lo sviluppo di questo movimento
così peculiare e universalmente riconosciuto, che rende Firenze capitale mondiale dell’arte.

Il Rinascimento a Firenze

A Firenze, complice una serie di condizioni favorevoli dal punto di vista politico, economico e
sociale
, si sviluppò un nuovo linguaggio figurativo, connesso a un diverso modo di pensare l’uomo
e il mondo. I pionieri di queste nuove modalità di rappresentazione della realtà furono Filippo
Brunelleschi, Donatello e Masaccio, rispettivamente nei campi dell’architettura, della scultura e
della pittura, che innovarono le arti rispetto all’allora dominante stile del gotico internazionale.

La Rinascita culturale e artistica senza precedenti

Sandro Botticelli, Nastagio incontra la donna e il cavaliere ne lla Pineta di Ravenna, tecnica mista su tavola, 1483, Museo del Prado, Madrid.

Il rinnovamento culturale e scientifico che iniziò a Firenze negli ultimi decenni del XIV secolo
affondava le proprie radici nella riscoperta dei classici, cominciata già nel Trecento da Francesco
Petrarca e altri eruditi. Nelle loro opere infatti, l’uomo, piuttosto che Dio, iniziò a essere l’argomento
centrale: il Canzoniere di Petrarca e il Decameron di Boccaccio ne sono un evidente esempio. Mutò
la percezione dell’uomo e del mondo in cui adesso il singolo individuo diventava in grado di
autodeterminarsi
e di coltivare le proprie doti attraverso le quali vincere la Fortuna (nel senso latino,
“sorte”) e dominare la natura modificandola. Cambiò di conseguenza anche la vita associata che
acquisì un valore particolarmente positivo legato al confronto, alla dialettica, allo scambio di
informazioni e opinioni.

La prospettiva: nasce a Firenze il nuovo modo di rappresentare il mondo

Firenze fu dunque non solo culla del Rinascimento in senso generale, ma fu l’incubatore degli
elementi tecnici essenziali che di questo periodi ne hanno caratterizzato le espressioni artistiche. Tra
questi, l’elemento più caratterizzante fu sicuramente la prospettiva lineare centrica costruita
secondo un metodo matematico-geometrico e misurabile, messo a punto ai primi del secolo da
Filippo Brunelleschi.

La facilità di applicazione, che non richiedeva particolari conoscenze geometriche, rappresentò uno dei fattori chiave del successo del metodo che venne presto adottato dalle botteghe artistiche. Il carattere della prospettiva lineare centrica era particolarmente consono alla mentalità dell’uomo rinascimentale perché originava un ordine razionale dello spazio pur seguendo regole soggettive stabilite dagli stessi artisti, come la posizione del punto di fuga, la distanza dallo spettatore, l’altezza dell’orizzonte. In altre parole si trattava di una convenzione rappresentativa che però ad oggi si è talmente radicata nella nostra mentalità da apparire naturale: starà ai movimenti del XIX secolo, come il cubismo, dimostrare come non sia altro che un’illusione.

I Medici: la Signoria che ha reso Firenze culla del Rinascimento

Il Duomo di Santa Maria del Fiore domina il paesaggio urbano fiorentino nello scatto di Antoine Fabre da Unsplash

La storia di Firenze è strettamente legata a quella della Signoria dei Medici. Questa ricca famiglia di mercanti ha avuto un impatto significativo sulle sorti della città e sulla storia dell’Italia e dell’Europa. I Medici hanno promosso le arti, l’istruzione e la cultura. Se non siete troppo appassionati di storia, ma comunque curiosi di approfondire le gesta e gli intrighi di questa famiglia che ha governato Firenze per tre secoli e che diede natali a Papa e cardinali, oltre che a mecenati illuminati, vi consigliamo la visione della serie tv che li ha celebrati “Medici – Masters of Florence”.

Giovanni de Medici: il self-made man che ha rivoluzionato la Storia

Tutto ebbe origine con Giovanni de’ Medici: banchiere di origine umile, proveniente dal Mugello,
da una famiglia che si occupava di mercatura e agricoltura. Dopo aver imparato il mestiere di banchiere dallo zio Vieri de’ Medici, fece una fortuna fondando a Firenze il Banco dei Medici che, grazie ai servizi di deposito, conversione e agli investimenti nel commercio delle stoffe, divenne la banca più potente e famosa d’Europa del XV secolo. Questo
potere portò la famiglia de’ Medici a diventare parte della Signoria di Firenze, gestita dalle
corporazioni fiorentine del commercio e, nel tempo, i più grossi e importanti finanziatori delle realtà
politiche di tutta Europa, e i banchieri dello stesso Papa assumendo una grandissima influenza su
tutti i fronti.

Cosimo de’ Medici: primo promotore di arte e cultura a Firenze

La popolarità dei Medici cresceva anche tra i cittadini: le mosse di Giovanni, ad
esempio la tassa sulla proprietà, arricchivano la città, e i loro finanziamenti per opere d’arte,
palazzi, e chiese
la rendevano un centro culturale e artistico invidiato in tutto il mondo. Giovanni
commissionò a Brunelleschi la ristrutturazione della Chiesa di San Lorenzo, ma morì prima di
vederne il completamento, lasciando tutto nelle mani di suo figlio: Cosimo de’ Medici. Con saggezza e ambizione, egli proseguì il lavoro del padre sponsorizzando arte e cultura e accrescendo il potere dei Medici in ambito commerciale. Collaborò con Donatello e Lippi, commissionò a Michelozzo il Palazzo Medici Riccardi e a Brunelleschi la Cupola del Duomo.

Lorenzo il Magnifico: il Principe delle Arti nel Rinascimento a Firenze

Benozzo Gozzoli, Cavalcata dei Magi, 1459-1460, Palazzo Medici-Riccardi, Firenze. Dettaglio del corteo guidato da Lorenzo il Magnifico, seguito da sua padre Piero e suo nonno Cosimo il Vecchio.

Nipote di Cosimo, Lorenzo è sinonimo di gloria, arte e magnificenza a Firenze. A nemmeno trent’anni
sopravvisse alla Congiura dei Pazzi, la più grande congiura nella storia della casata. Un vero
principe, sotto il suo potere il Rinascimento e l’Umanesimo raggiunsero il massimo sviluppo sia
dal punto di vista artistico-culturale che letterario. Finanziò artisti come Botticelli e Michelangelo
cambiando per sempre il lascito artistico nella storia dell’umanità.

L’era di Lorenzo segnò un periodo di prosperità senza precedenti e grandi traguardi culturali per la città, che divenne uno dei centri più raffinati d’Italia e d’Europa, esportatrice dei propri ideali negli altri centri della penisola
grazie all’invio di artisti e letterati in “ambascerie culturali”: emblematica è la prima decorazione
della Cappella Sistina a Roma, effettuata da artisti provenienti da Firenze (Botticelli,
Ghirlandaio, Perugino, ecc.)

Sandro Botticelli: il creatore del “mito” di Firenze città d’arte

Turisti immortalano la Primavera di Sandro Botticelli, esposta agli Uffizi di Firenze. Foto da Unsplash

Tra i tanti protagonisti di questa età dell’oro per il mondo dell’arte e per Firenze, spicca il profilo di Sandro Botticelli. Grazie al patronato della famiglia Medici egli ottenne importanti committenze riuscendo a sviluppare uno stile elegante connesso al nuovo modello di bellezza ideale e affine ai gusti e la raffinatezza dei regnanti.

Eccellente ritrattista, Botticelli fu un autore poliedrico e il suo corpus comprende soggetti di carattere mitologico-allegorico e soggetti di carattere religioso. La sua fama oggi è legata soprattutto alle opere mitologiche, delle quali sono emblema due dipinti in particolare. Le due grandi tele custodite entrambe agli Uffizi di Firenze e sono la Nascita di Venere e la Primavera, oggi tra i dipinti più famosi al mondo. Se si pensa al Rinascimento, all’arte, all’Italia e a Firenze, non si può infatti fare a meno di menzionarle. Sono due vere e proprie icone del Rinascimento italiano e dell’arte occidentale, grazie anche ai profondi significati filosofici e letterari che sottendono.


Il Rinascimento è stato decisivo per Firenze e per il suo destino di capitale dell’arte. Grazie alla Signoria illuminata de i Medici e ai grandi artisti che vi lavorarono la città ha preservato bellezze pittoriche, scultoree e architettoniche che la rendono ancora oggi uno scrigno unico di tesori. Per scoprire di più sulla storia gloriosa di Firenze, del Rinascimento e delle sue opere d’arte più importanti vi consigliamo di perdervi per le stanze dei suoi inequiparabili musei. In particolare, d’obbligo, almeno una volta nella vita, è una visita ai capolavori degli Uffizi.

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In copertina: Veduta dall’alto sulla città di Firenze. Foto di Alexandra Smielova da Unsplash

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Asia Graziano

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