Le canzoni di Sanremo che hanno fatto la storia

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Le canzoni di Sanremo passano troppo spesso in secondo piano, per essere la base su cui costruire una gara musicale. Perdendoci in polemiche, lanciandoci in disquisizioni su abiti fiori comportamenti, ci dimentichiamo così dell’essenziale. Parole e musica. Ritmi che fanno innamorare, motivetti che balleranno indisturbati nella testa almeno fino alla prossima edizione. Ma negli anni alcune canzoni si sono rese invece uniche protagoniste. Ancora adesso rimangono appiccicate nell’immaginario collettivo dei più esperti, vengono persino riscoperte dalle nuove generazioni. Che a loro volta inglobano il loro sound nell’epopea del Festival. Preparando il terreno ad altri gusti, ancora in divenire.

Nell’amena cittadina ligure si svolgerà, nella settimana che va dall’11 febbraio al 15 febbraio, l’edizione numero 75 del Festival della canzone italiana. Kappuccio si addentra nella sua storia per raccontare le canzoni di Sanremo protagoniste del passato.

La prima canzone vincitrice di Sanremo

La chitarra acustica simbolo di una musica senza tempo foto da pixabay di @maliaroestiphotography

Dal 29 al 31 gennaio 1951 si svolse la prima edizione del Festival di Sanremo, il luogo prescelto fu il salone delle feste del Casinò di Sanremo. La canzone vincitrice fu Grazie dei fiori cantata da Nilla Pizzi. La particolarità di questa prima gara era la centralità assunta dal ruolo delle canzoni. 20 infatti erano quelle partecipanti, ma portate in scena da soli 4 artisti, Nilla Pizzi appunto, il Duo Fasano e Achille Togliani che si divisero le varie interpretazioni.

La stessa Nilla Pizzi, nell’edizione successiva, quella del 1952 otterrà poi un primato oramai ineguagliabile: sarà la sola ad occupare l’intero podio con ben 3 canzoni, Vola colomba (vincitrice), Papaveri e papere ed Una donna prega.

Le Canzoni di Sanremo storiche

Il vinile regnava nel passato foto da unsplash di @kobuagency

Tantissime sono le Canzoni di Sanremo mitiche. E più si risale la linea del tempo, più la memoria spesso ingarbuglia immagini e suoni. Storie che si annidano in esse. Nel 1958 vinse, in maniera trionfale, Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu, erroneamente chiamata molto spesso Volare. Canzone che ha saputo resistere all’usura delle stagioni, forse proprio grazie a quell’incipit del ritornello tanto semplice, quanto travolgente.

Nel 1960 esordiva la grande Mina che, nell’edizione successiva 1961, avrebbe fatto conoscere Le mille bolle blu. Nel 1964 la diciassettenne Gigliola Cinquetti cantava, a ragione, Non ho l’età. Ma non era quasi più nemmeno l’età della spensieratezza perché i tumulti politici e sociali della metà degli anni ’60 iniziavano a soffiare anche nei testi delle canzoni sanremesi. Nel 1966 Adriano Celentano interpreta per esempio l’inno ambientalista Il Ragazzo della Via Gluck. Nella medesima edizione vinse Dio come ti amo cantata da Modugno e dalla già più matura Cinquetti. Mentre grande successo riscontrò Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, alla prima partecipazione.

Nel 1967 il Festival è sconvolto dal suicidio di Luigi Tenco (che per anni rimarrà avvolto dal mistero). La sua Ciao amore, ciao, portata in gara assieme alla cantante francese Dalida, era in parte una canzone d’amore, in parte una canzone di protesta contro la società moderna. Nel 1968 la vittoria arrise a Sergio Endrigo con Canzone per te, forse come sorta di risarcimento morale offerto al cantautorato.

Nel 1969 vi fu l’esordio come interprete di Lucio Battisti con Un’avventura, la quindicenne Nada si esibì in Ma che freddo fa e la vittoria fu per Bobby Solo ed Iva Zanicchi con Zingara.

La rivoluzione musicale negli anni ’70

Il Teatro Ariston foto da unsplash di @glancione (ricolorata)

Gli anni ’70 incombevano, con il loro carico di novità musicali (la disco music per esempio) e declino per la kermesse sanremese. Nel 1970 la canzone vincitrice Chi non lavora non fa l’amore del duo Celentano-Claudia Mori e la seconda classificata La prima cosa bella di Nicola Di Bari e dei Ricchi e Poveri furono anche le canzoni di maggior successo. I Ricchi e Poveri si classificarono sul podio, secondi, in coppia con Josè Feliciano, anche nel 1971 con la storicissima Che sarà. Nel medesimo anno, quando a vincere fu Il cuore è uno zingaro di Nada-Nicola Di Bari, una grande rivelazione fu Lucio Dalla, in coppia con la Nuova Equipe ’84, e la canzone 4/3/1943.

Dal 1977 il Festival trovò nuova casa al Teatro Ariston di Sanremo. Nel 1978 quando a vincere furono i Matia Bazar con …E dirsi ciao, gli altri due gradini del podio vennero occupati da due fenomeni che oggi chiameremmo a ragione mediatici. Per l’impatto che ebbero dal punto di vista dell’immagine, oltre che musicale. Al secondo posto si classificò la sedicenne Anna Oxa con un look totalmente punk in versione maschile e con la canzone Un’emozione da poco scritta da Ivano Fossati. Da quel momento Anna Oxa diventerà una delle regine del Festival (15 le sue partecipazioni, una anche in versione da conduttrice nel 1994) e l’attenzione al suo eterno movimento di abiti ed aspetto uno dei fili conduttori di tante edizioni, fino alle vittorie del 1989 in coppia con Fausto leali (Ti lascerò) e del 1999 (Senza pietà).

Al terzo posto, in quel fecondo 1978, si classificò invece Gianna di Rino Gaetano, la cui luminosa e inarrestabile ascesa si sarebbe tragicamente spezzata solo in conseguenza della prematura morte, in un incidente stradale, nel 1981, ma la cui memoria rimane ancor’oggi debitamente scolpita. Gianna suscitò clamore, sia per l’esibizione bizzarra del cantautore di Crotone, sia per il fatto di essere stato il primo brano in assoluto, nella storia della manifestazione a contenere nel testo la parola “sesso”.

Le Canzoni di Sanremo tra gli anni ’80 ed il 1990

Walkman e cuffie strumenti per le generazioni X e Y

Gli anni ’80 attraversarono il Festival con momenti opposti. Di difficoltà (l’uso del playback), ma anche in qualità di trampolino di lancio per artisti che poi sarebbero diventati icone della musica italiana come Vasco Rossi (1982 con Vado al massimo e 1983 con Vita spericolata) o Eros Ramazzotti (che spopolò nel 1984 con Terra promessa vincendo la categoria Nuove proposte e nel 1986 fu vincitore con Adesso tu nella gara dei big). Gli anni ’80 furono anche la stagione in cui ebbero inizio le esibizioni dei grandi ospiti stranieri che sarebbero proseguite poi anche nei decenni successivi. Ma facciamo una breve sintesi di alcune tra le canzoni più importanti:

  • 1981, vinse Alice con Per Elisa;
  • 1983, ebbero grande successo i Matia Bazar con Vacanze Romane e Toto Cutugno con L’italiano;
  • 1985, trionfarono ancora i Ricchi e Poveri con Se m’innamoro;
  • 1987, l’inedito trio Morandi-Tozzi-Ruggeri portó a casa il trofeo con Si può dare di più;
  • 1988, si aggiudicó la prima piazza Massimo Ranieri con Perdere l’amore ed un grande clamore ebbe Fiorella Mannoia che vinse nuovamente il premo della critica con Le notti di maggio (dopo essersi aggiudicata il premio l’anno prima per Quello che le donne non dicono);
  • 1989, si imposero i già citati Anna Oxa e Fausto leali e parallelamente a ciò che era capitato a Fiorella Mannoia, Almeno tu nell’universo di Mia Martini guadagnó il consenso della critica.
  • 1990, la palma dei migliori spettó ai Pooh con Uomini soli, nelle nuove proposte a Marco Masini con Disperato e grande favore ebbe il duo Amedeo Minghi- Mietta con Vattene Amore.

Gli ultimi 30 anni del Festival della canzone italiana

La tecnologia avanza anche nella musica foto da pixabay di @ever_ctba

Anche nel corso degli anni ’90 il Festival di Sanremo divenne il proscenio di grandissime carriere. Nel 1993 La solitudine aveva fatto scoprire al mondo Laura Pausini, vincitrice nelle Nuove proposte. Quell’anno la vittoria tra i Campioni arrise ad Enrico Ruggeri con Mistero, la prima canzone considerabile rock a trionfare. Per Giorgia invece ci fu la prima affermazione nel 1995 con Come saprei, dopo il debutto del 1994 con E poi. I carneadi Jalisse stupirono nel 1997 con Fiumi di parole. Altra cantante dalla solida carriera internazionale, Elisa, raggiunse il primo posto nel 2001 con Luce (tramonti a nord est).

Dopo un periodo in cui lo show televisivo sembrava prevalere sulla capacità delle canzoni di far breccia nei cuori della gente, negli ultimi anni si è avuta una tendenza a rendere il Festival più moderno ed in linea con i gusti musicali delle giovani generazioni. Le partecipazioni ed i trionfi di artisti (tra cui non possiamo non citare almeno Marco Mengoni vincitore nel 2013 con L’essenziale e nel 2023 con Due vite ed i Måneskin vincitori nel 2021 con Zitti e Buoni) provenienti da contesti televisivi di successo, ma musicali (programmi come Amici ed X Factor su tutti), hanno permesso a questo fattore di influenzare la discografia ed i caratteri stessi della kermesse. Rinnovandone così il linguaggio. Che ha pertanto sposato una direzione precisa, autonoma e di rottura con la tradizione. Ma ciò che è innovazione oggi, diventa ugualmente tradizione, già domani. In un ciclo immutabile, questo sì, a cui non si può mettere freno. Come la musica ed il suo ritmo.


Questo è il nostro articolo sulle Canzoni di Sanremo, se vi è piaciuto…

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Nicoletta Spinozzi

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