Itinerari letterari in Italia: i luoghi che ispirarono i grandi autori
Se è vero che leggere è un po’ come viaggiare, è altrettanto vero però che a volte si sente la necessità di evadere, non solo con la fantasia. Per questo, vi proponiamo gli itinerari letterari più suggestivi d’Italia! Potrete esplorare i luoghi che ispirarono i grandi autori, attraversando ogni genere: dal romanzo, alla poesia, passando per il fumetto.
Ad accompagnare gli itinerari letterari suggeriti, dei consigli di lettura per immergersi ancora di più nei luoghi o nell’opera che ne ha tratto ispirazione.
Accompagnati dalle parole dei grandi autori che ne rimasero affascinati, scopriamo le bellezze del nostro territorio, eternate per sempre tra le loro pagine!
Quel ramo del lago di Como che ispirò Manzoni

“Quel ramo de lago di Como” così inizia l’opera più celebre di Alessandro Manzoni: I Promessi Sposi. A ispirare l’autore fu la vista dalla Villa di Lecco detta “del Caleotto” appartenuta alla sua famiglia dal 1621: periodo in cui è ambientato il romanzo. Per Manzoni è un luogo del cuore, è qui che trascorre l’infanzia e le vacanze durante la giovinezza.
Chissà quante volte abbiamo sentito questo incipit e lo abbiamo anche recitato a memoria: un piccolo stralcio di un’opera simbolica che fa parte della nostra storia e della nostra cultura. Si tratta infatti del primo romanzo italiano.
Opera che costò non poca fatica al suo autore: Manzoni nel 1827 giunse a Firenze per la revisione della sua prima edizione, operazione necessaria per adeguare la lingua scritta all’italiano parlato, per questo fu scelto proprio il fiorentino, non solo quello degli ambienti letterari, primo fra tutti il Gabinetto Vieusseux, ma anche quello della gente comune.
Oltre a recuperare questo capolavoro – troppo spesso pregiudicato dal ricordo amaro della costrizione scolastica – se siete interessati ad approfondire la vicenda interessante eppure poco nota dietro all’editing di una delle opere fondanti la nostra letteratura, vi consigliamo la lettura de La correttrice. Il romanzo di Emanuela Fontana lega le sorti di una giovane bambinaia e del romanzo più celebre della storia della letteratura italiana, rivelando il lato inedito e umano dell’autore.
Itinerari letterari a Venezia: sulle tracce di Corto Maltese

Nelle tavole di Corto Maltese si possono riconoscere, dietro epiteti fantasiosi luoghi iconici di Venezia, dove il fumetto è ambientato. Così il ponte Widmann nei pressi della Chiesa dei Miracoli si trasformava in Ponte della Nostalgia, il Sotoportego dell’Anzolo a Canareggio diventava il Sotoportego dei cattivi pensieri.
Allo stesso modo Il Campiello de l’arabo d’oro era la Corte Rotta a San Martino mentre la Corte del Maltese era in realtà Corte Buello, nei pressi di Corte Nova. L’arcinota Corte Sconta, “nascosta” in Veneziano, era invece la Corte Botera, e deve il proprio nome ad una bottega di botteri, cioè fabbricanti di fuochi d’artificio, che aveva sede nei pressi della basilica di San Giovanni e Paolo. La corte originale presentava oltre al classico pozzo, una scala esterna coperta, un arco a tutto sesto in stile veneto-bizantino, alcune colonne a sostengono del portico e una serie di sottoportici.
I lettori che hanno familiarità con la città potranno forse più facilmente identificarli, ma vi consigliamo di farvi guidare da una pubblicazione particolarissima, una sorta di “guida turistica” tra fantasia e realtà, proprio come si addice al fumetto: Corto Sconto – La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta di Hugo Pratt in collaborazione con Guifo Fuga e Lele Vianello.
Eros e Thanatos: Thomas Mann ambienta a Venezia il suo capolavoro

Quando esce La morte a Venezia, nell’autunno del 1912, Thomas Mann è uno scrittore ormai affermato, per alcuni critici al culmine della propria potenza narrativa. Venezia è l’ambiguo e stupendo fondale degli eventi descritti nel romanzo, che si fa omaggio alla grande letteratura di fine secolo e a tutta la cultura del decadentismo europeo.
Gustav von Aschenbach, alter ego dell’autore, è un personaggio di straordinaria complessità: ritratto magistrale di un artista borghese all’apice del successo che, tuttavia, vive una profonda crisi esistenziale.
A Venezia si perde la ragione
All’inizio del racconto ci viene presentato come l’incarnazione della disciplina e del controllo. La sua vita è stata governata da quello che potremmo chiamare il principio apollineo: ordine, razionalità, misura. Ha persino ricevuto un titolo nobiliare (il “von” nel suo nome) come riconoscimento del suo contributo alla cultura tedesca.
L’influenza di tre figure enigmatiche e quasi mistiche lo condurranno – suo malgrado – verso l’essenza più pura dell’arte, fino a condurlo alla perdita della ragione che lo ha alimentato per tutta la vita. In fondo, Aschenbach è un “artista” e, per creare, deve lasciarsi guidare dalla passione e non dal raziocinio; deve essere libero di provare, di sentire, di ambire a quei territori tanto temuti.
“Ed egli vide, sì vide, un paesaggio, una palustre regione tropicale sotto un cielo greve di vapori, rorida, lussureggiante e mostruosa, quasi un groviglio primordiale di isole, di lagune, di lutulente anse fluviali; vide da rigogliose macchie di felci, da fondi di vegetazione grassa, tumida e convulsa, rizzarsi, di qua, di là. Palme villose, e alberi bizzarramente contorti affondare dall’alto le radici nel suolo, o tuffarle in acquitrini dai riflessi verdastri, dove tra fiori natanti, bianchi come il latte e grandi come vassoi, stavano appollaiati, volgendo l’occhio immobile, uccelli di forme strane, dal collo infossato tra le ali, dai becchi enormi; vide in un folto di nodosi bambù scintillar; le pupille di una tigre all’agguato – e si sentì batter: il cuore di terrore e d’inesplicabile smania. ”
Thomas Mann “Morte a Venezia”
La Laguna veneta: regina degli itinerari letterari in Italia

Venezia, con le sue calli avvolte dalla nebbia e gli odori molesti, gli si rivela come un simbolo della caduta. Qui il protagonista incontra Tadzio, un giovane polacco, che attira la sua attenzione e diventa per lui una prigione. Aschenbach è rapito dall’innocenza della sua bellezza, che gli appare come un’epifania.
È in quel giovane che vede l’ideale platonico, una bellezza pura che risveglia in lui un desiderio non solo carnale, ma quasi spirituale. Questa ammirazione si trasforma in ossessione, e l’ossessione, a sua volta, in una consapevolezza di essere prigioniero dei suoi stessi ideali.
Venezia, decadente e misteriosa, è lo specchio di questa crisi. La città, un tempo maestosa, è ora un luogo di ombre, di odori di acqua stagnante, di vicoli stretti e soffocanti. La sua bellezza è ormai corrotta, ma proprio per questo è affascinante agli occhi di chi, come Aschenbach, vive ormai sul limite tra ordine e rovina.
Il fascino della Laguna ha da sempre ispirato numerose opere letterarie: Shakespeare la scelse per la sua commedia Il mercante di Venezia e Camillo Boito vi ha ambientato Senso (1883), poi adattato cinematograficamente anche da Luchino Visconti e Tinto Brass, solo per fare altri esempi celebri.
Il colle dell’infinito di Leopardi: tetto verde delle Marche

Parlando di itinerari letterari in Italia non possiamo che fare riferimento al colle che ispirò una delle poesie più evocative ed emozionanti di sempre. Stiamo parlando de L’Infinito di Giacomo Leopardi. Questa lirica, tra le più famose del poeta è stata scritta nella sua cittadina natale, a Recanati, nelle Marche. Qui si trova l'”Ermo colle” che fu sempre caro a Leopardi. La visione delle colline marchigiane a perdita d’occhio hanno suggerito al sensibile animo del poeta riflessioni romantiche universali.
L’elemento del paesaggio naturale diventa nella celebre poesia espressione degli stati d’animo di Leopardi e dell’Uomo. Non si tratta di una fuga nell’irrazionale o di sogno, ma di una lucida ed emozionante riflessione sul tempo e sul senso della vita. Vi suggeriamo dunque “sedendo e mirando” di lasciarvi trasportare nell’infinito. Il verde delle dolci colline e l’azzurro del cielo creano una cartolina indimenticabile dove riscoprire quei versi che hanno fatto storia.
La Napoli di Diego Lama: il lato noir della città

La città di Napoli ha affascinato tante personalità di spicco della letteratura e del cinema. Nel panorama ampio della letteratura ispirata da questa città dal fascino decadente e opulente colpisce il romanzo di Diego Lama. La vicenda é ambientata nel settembre 1884, durante l’epidemia di colera che miete migliaia di vittime. Il commissario Veneruso, depresso e irritabile, indaga sul ritrovamento dei cadaveri di alcune giovani orfane, tutte provenienti dallo stesso convento di monache di clausura.
Le atmosfere della Napoli del romanzo sono quelle di una città seducente e misteriosa. L’autore, sapiente giallista di nascita partenopea restituisce con credibilità e abilità di scrittura questo fascino. Chiunque abbia visitato anche solo una volta la città partenopea, è rimasto abbagliato dalle sue luci, ma anche dalle sue ombre.
Se non lo avete ancora fatto, vi consigliamo di partire al più presto con questo intrigante romanzo in valigia!
Itinerari letterari in Sicilia: a Modica il ricordo di Quasimodo

In chiusura a questi suggerimenti di itinerari letterari in Italia, vogliamo parlarvi di una scenografica cittadina siciliana. Meriterebbe una visita anche solo per le sue architetture barocche o per la sua gustosissima cioccolata. Si tratta di Modica, città natale di uno dei pittori più studiati e amati della letteratura: Salvatore Quasimodo.
La prima raccolta di poesie di Quasimodo dal titolo “Acqua e terre”edita nel 1930 è ispirata proprio alla Sicilia e a Modica, che lasciò già nel 1919. L’isola e la sua città divengono l’emblema di una felicità perduta cui si contrappone l’asprezza della condizione presente. Dalla rievocazione del tempo passato emerge spesso un’angoscia esistenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. La gratitudine per la natura e la terra natia, si mescola alla tristezza e alla solitudine del distacco.
Portate con voi la raccolta di poesie e leggetene alcune sulle scale delle chiese barocche che abbracciano la cittadina con una tavoletta di cioccolata di produzione locale. Capirete perché il ricordo della città fu per Quasimodo così dolce amaro, proprio come la cioccolata di Modica.
Fateci sapere nei commenti quale di questi itinerari letterari in Italia vorreste seguire o condividete i vostri consigli in merito!
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Se avete amato l’articolo, recuperate anche questi itinerari letterari nelle città italiane!
In copertina: uno scatto nella suggestiva libreria “L’acqua alta di Venezia”. Foto di Clay Banks da Unsplash.